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Parità di genere, gender gap, ed etica nel lavoro.

// PARITA' DI GENERE

La discriminazione contro le donne si manifesta in molte forme, dal ridotto accesso a ruoli dirigenziali, alle disparità salariali a parità di mansioni, fino ad arrivare alle molestie morali e sessuali. Si tratta di un fenomeno radicato e di grande rilevanza storica.

In Italia, stereotipi di genere e pregiudizi continuano a influenzare sia la società che il mondo del lavoro. Le donne affrontano disuguaglianze nell’accesso a posizioni apicali e sono spesso concentrate in settori come i servizi e le professioni legate alla cura, dove i contratti tendono ad essere più precari.

Inoltre, le lavoratrici italiane devono affrontare il difficile compito di bilanciare vita lavorativa e carichi familiari, con il 70% del lavoro di assistenza non retribuito svolto da donne. Questo spesso le costringe a scegliere tra la vita privata e la carriera o a percorrere vie professionali al di sotto delle loro potenzialità.

I dati confermano questa disparità: il tasso di occupazione femminile in Italia è del 52,5%, ben al di sotto della media europea del 65,7%. Anche nelle posizioni di vertice, il gap è evidente: solo il 3,9% dei CEO e il 5,7% dei CFO sono donne, posizionando così l’Italia al di sotto della media UE.

Questa condizione influisce anche sulle retribuzioni: le donne guadagnano in media il 17% in meno rispetto agli uomini, con una differenza che sale al 20% se si considera la retribuzione totale annua.

Le donne sono consapevoli di queste discriminazioni: oltre il 50% delle lavoratrici ritiene che all’interno delle proprie aziende esista un gender gap significativo, sia in termini di opportunità di carriera che di salario.

Secondo recenti ricerche ci vogliono 131 anni – al ritmo attuale – per raggiungere la piena parità tra i generi. Le aziende possono essere motore del cambiamento se adottano comportamenti misurabili.

E i maschi? Un esempio di quanto la parità di genere sia importante anche lato genere maschile è il tema del congedo di paternità. Come emerge da recenti rilevazioni, quasi l’80% degli uomini italiani, lavoratori autonomi e/o laureati dichiara totalmente inadeguato il congedo di 10 giorni previsto per legge. 

Il tema della paternità è oggi riconsiderato da molte aziende che cercano di accogliere la volontà dei padri di essere più presenti nella vita familiare ed in particolare nel momento della nascita dei figli. 

In quest’ottica quindi genitorialità è dunque la responsabilità nella cura dei figli, indipendentemente dal sesso, genere, o dalla modalità con cui una persona è diventata padre o madre.

Soluzioni per promuovere la parità di genere. Per abbattere queste barriere, le aziende italiane possono implementare una serie di strategie per promuovere la parità di genere. Collaborare con consulenti come Ethics Consulting può aiutare a sviluppare una cultura aziendale (pubblica o privata) più inclusiva attraverso iniziative quali:

Formazione e sensibilizzazione: organizzare workshop sulle prassi e standard di riferimento in materia di parità di genere e inclusività, sul linguaggio, sulla genitorialità, atti a promuovere valori che incoraggino comportamenti etici negli ambienti aziendali pubblici e privati.

Empowerment e sviluppo delle competenze: offrire programmi di upskilling e reskilling, anche in settori tecnici e scientifici, e percorsi di mentorship per favorire la leadership femminile. Questi interventi sono cruciali per combattere il cosiddetto gradino rotto, quel blocco invisibile che impedisce alle donne di avanzare verso posizioni di vertice.

Acquisizione del marchio Family Audit e della certificazione UNI PdR 125:2022 (cosiddetta certificazione sulla parità di genere), tenendo monitorati i comportamenti aziendali attraverso strumenti informatici quali quelli messi a punto da Ethics Consulting.