In molti contesti fragili, la partecipazione politica locale è ancora appannaggio di pochi. Una recente policy note dell’International Food Policy Research Institute (IFPRI), pubblicata nell’agosto 2024, analizza in profondità le disuguaglianze di genere e di età nella governance comunitaria in India e in 29 Paesi dell’Africa Sub-sahariana. I risultati sono chiari: donne e giovani – specialmente donne giovani – hanno minore accesso ai processi decisionali a livello locale. E i fattori di instabilità come conflitti e cambiamento climatico stanno ampliando questo divario.
Partecipazione politica locale: chi c’è e chi manca
Lo studio analizza cinque indicatori di partecipazione civica, tra cui: contattare un rappresentante locale, partecipare a riunioni comunitarie, firmare petizioni e far parte di gruppi civici. Nei paesi africani analizzati, solo il 21% delle donne ha contattato un consigliere locale, contro il 33% degli uomini. In India, la disparità è ancora più marcata: le donne sono il 12-15% meno attive in tutte le forme analizzate di agenzia civica.
In entrambi i contesti, i giovani partecipano meno degli adulti, ma le donne giovani sono il gruppo più escluso. La conclusione è chiara: il tempo, da solo, non colmerà questo divario. Sono necessarie politiche mirate.
Conflitti e clima: fattori che amplificano il divario
Il rapporto mostra che i conflitti armati e le anomalie climatiche (come siccità e ondate di calore estreme) hanno un impatto più negativo sulla partecipazione femminile rispetto a quella maschile. Un aumento di un’unità standard nei conflitti locali si associa a un calo di fino a -9,5 punti percentuali nella partecipazione delle donne a riunioni comunitarie. Lo stesso vale per i cambiamenti climatici, che rendono ancora più difficile l’accesso delle donne alla sfera pubblica.
Quando le donne governano, il divario si riduce
Un dato incoraggiante emerge però con forza: la rappresentanza femminile nelle cariche politiche locali ha un effetto positivo e misurabile. Nei paesi con almeno il 10% di donne elette a livello locale, le donne comuni partecipano di più, anche in presenza di shock esterni. La leadership femminile, quindi, non è solo simbolica, ma agisce come fattore abilitante per la partecipazione collettiva.
Cosa fare: raccomandazioni operative
Il documento dell’IFPRI conclude con tre implicazioni strategiche:
- Rafforzare la rappresentanza femminile locale: attraverso quote di genere, programmi di formazione per future leader e percorsi di alfabetizzazione civica per le donne.
- Agire contro le fonti di fragilità: cioè conflitti e instabilità climatica, che acuiscono le disuguaglianze di accesso al potere decisionale.
- Investire nelle nuove generazioni, con strategie su misura per le donne giovani, spesso penalizzate da barriere multiple: genere, età, povertà, istruzione.
La voice & agency – cioè la capacità di esprimersi e di incidere sulle decisioni pubbliche – è un diritto fondamentale e una condizione necessaria per lo sviluppo sostenibile. Riconoscere e ridurre i divari di genere e generazionali nella governance locale non è solo una questione di equità, ma anche di efficacia e resilienza delle comunità. Le soluzioni esistono. Ora servono volontà politica, investimenti mirati e un impegno continuo per costruire istituzioni più inclusive.
Leggi il report completo dell’IFPRI: “Gender and age gaps in voice & agency in community governance – The value of female local political representation in India and Africa South of the Sahara under intensifying conflicts and climate uncertainty”
👉 Scarica il report ufficiale (PDF)
Leggi il Global Gender Gap Report 2024 – World Economic Forum
👉 https://www3.weforum.org/docs/WEF_GGGR_2024.pdf
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