Una strategia istituzionale per colmare il divario di genere
Il perseguimento della parità di genere non è solo una questione di equità, ma un indicatore di sviluppo democratico e sostenibilità sociale. L’Unione Europea, attraverso l’European Institute for Gender Equality (EIGE), ha definito un quadro strutturale per analizzare e rafforzare i meccanismi istituzionali volti a promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne.
Secondo l’ultimo report dell’EIGE (2025), “Institutional Mechanisms that Deliver on Gender Equality and Gender Mainstreaming”, gli Stati membri presentano notevoli differenze nell’implementazione delle politiche di genere. Solo Spagna, Svezia e Portogallo superano il 70% di conformità rispetto agli indicatori chiave. L’Italia si colloca sotto la media UE, con ampi margini di miglioramento, in particolare sul fronte delle risorse umane dedicate e della sistematizzazione del gender mainstreaming.
📄 Fonte ufficiale: European Institute for Gender Equality
I quattro pilastri della valutazione EIGE
Il framework di analisi dell’EIGE si basa su quattro dimensioni:
- Impegno istituzionale (H1): verifica dell’esistenza di strategie nazionali, piani d’azione, responsabilità ministeriali e meccanismi di accountability.
- Risorse umane (H2): personale e competenze dedicate alle strutture per l’uguaglianza di genere.
- Gender Mainstreaming (H3): presenza di strumenti (bilanci di genere, valutazioni di impatto ex ante, linguaggio inclusivo), strutture trasversali e formazione.
- Statistiche disaggregate per sesso (H4): qualità e accessibilità dei dati di genere per informare le decisioni pubbliche.
Questi indicatori, consultabili nel dettaglio nel report EIGE 2025 (PDF), mostrano come i paesi con meccanismi istituzionali più solidi ottengano anche risultati migliori nell’Indice di Parità di Genere europeo.
Le criticità nei meccanismi nazionali
La maggior parte dei paesi UE non prevede obblighi giuridici vincolanti per l’adozione di strumenti di gender mainstreaming, come valutazioni di impatto o bilanci di genere. In Italia, ad esempio:
- Il numero di funzionari dedicati alla parità di genere a livello governativo è insufficiente.
- La strategia nazionale esistente non è pienamente operativa né dotata di risorse autonome.
- Il coinvolgimento delle organizzazioni indipendenti (es. ombudsman, enti civici) nei processi legislativi resta debole o occasionale.
Questi fattori compromettono l’integrazione strutturale della prospettiva di genere nelle politiche pubbliche.
Perché adottare un approccio istituzionale alla parità
Per le pubbliche amministrazioni, gli enti locali, le università e le aziende con partnership pubbliche, conformarsi agli standard europei non è più opzionale. Un’architettura istituzionale credibile in tema di parità di genere è oggi:
- un criterio di accesso a finanziamenti comunitari (es. Next Generation EU, Erasmus+, Horizon Europe),
- un elemento qualificante per le strategie ESG (Environmental, Social, Governance),
- un segno distintivo di compliance nei settori regolati (PA, sanità, istruzione, lavoro pubblico).